Alimentazione Food India Salute Travel

India, 17 luglio

tramonto indiano

17 luglio, ore 3,14. Finito il sonno, iniziata la fame. Grazie al cielo mi rimane una mela dal cestino di frutta di benvenuto, l’avevo lasciata lì perché il concetto di “mela Indiana” non mi andava tanto giù, invece è dolce e croccante. Tredici anni fa a questo punto avrei tirato fuori il libro di Bukowsky, oggi acchiappo il telefonino.

Com’è cominciata con l’India? Due amici negli anni ‘90 c’erano stati, un giramondo e un ricco vagabondo, il primo dall’India tornava trasformato, ferito, assetato; il secondo raccontava di un luogo per duri, per viaggiatori coi calli, come pretendevamo di essere noialtri, a cominciare da me e mio fratello.

“Com’è quando arrivi all’aeroporto?” Volevamo il racconto della puzza, della folla, delle stravaganze, dei viaggi sopra ai tetti dei treni, del caldo inumano, cento volte. E poi ci siamo sempre trovati attratti dai paradisi dei fricchettoni, anche non sapendo che lo fossero: Dahab, Goa, lo Yucatán, Essaouira, tanto per fare qualche esempio. Quindi le cose sono due: o i fricchettoni erano dei gran paraventi e si sceglievano molto bene le destinazioni dei loro viaggi, oppure eravamo un po’ fricchettoni pure noi, semplicemente nati qualche anno dopo. La seconda è chiaramente l’ipotesi più succosa, anche perché i miei non erano affatto fricchettoni, il che farebbe della nostra una specie di casa Keaton al contrario, coi genitori yuppie e i figli (un po’) hippie.

Mi farei una fumatina, ma qui ti fanno giurare di non farlo. Non voglio violare la mia comunità di San Gennaro, non voglio toglierle senso da subito. È chiaro che si passeggia in salita, tra un po’ i loro brodini, l’ascesi, anche i trattamenti, finiranno per uscirmi dagli occhi.

L’India è grande 10 volte l’Italia, e ha più di 20 volte la sua popolazione. In pratica, rapportato al suolo disponibile, la densità della popolazione  è cinque o sei volte la nostra. Il Kerala è grande un decimo dell’Italia e gli abitanti sono più della metà di noi, quindi la proporzione è perfettamente rispettata. Ma dove stanno, tutte queste persone? In Kerala non ci sono neppure grattacieli o megalopoli. Risposta: nelle campagne. Le nostre sono sostanzialmente spopolate, le loro no. Se ricordo bene almeno un terzo o forse la metà degli Indiani lavora la terra, e probabilmente sono quelli combinati peggio anche se il poco che mangiano con ogni probabilità è migliore del molto che possono mangiare gli abitanti delle città. È come nell’Inghilterra della Rivoluzione Industriale: quando gli Inglesi hanno lasciato in massa le campagne per andare a lavorare nell’industria, hanno cominciato a mangiare di più, e peggio. Dei pescatori del villaggio qui sotto si dice che mangino una sola volta al giorno, e che la sera gli uomini si sconcino di non so quale sostanza da fumare e di alcol. Ecco come si dimentica la fame: sconciandosi. Ma qui, dentro al mio piccolo paradisiaco carcere, non si può, e la pena in caso di infrazioni a queste regole può arrivare fino all’espulsione, è scritto chiaramente nel regolamento che ti fanno firmare. Fame, e mancanza di sonno. La situazione ideale per andarsi a vedere un’alba indiana, alla fine di una notte fresca, di luna piena. O per rimettersi giù, e provare a dormire un po’.

You Might Also Like

No Comments

Rispondi